Il quadretto della Santa Pietà nasce nel contesto culturale della “Devotio moderna” che, da S. Francesco in poi, ha portato in Europa una particolare attenzione alla umanità di Cristo. E' il tempo in cui si sviluppa un modo nuovo di intendere il mistero di Cristo, non più soltanto come il “Cristo glorioso” della tradizione bizantina, ma come il “Cristo sofferente”. E' il tempo in cui si passa da una “Devotio” raffinata e tutto sommato astratta, ad una “Devotio” moderna, concreta, incarnata che tra l'altro ha dato origine anche a quelle belle preghiere dell' “Anima Christi, santifica me….” e dell'”Ave verum corpus natum de Maria Virgine…” E' dentro questa cultura, questa tradizione, questa “Devotio” che si colloca questa straordinaria “Icona”, l'immagine della Santa Pietà, che è, potremmo dire , teologica, quasi liturgica, battesimale ed eucaristica. Il piccolo quadretto, è una pergamena dipinta nella seconda metà del 1400 da un anonimo. Si tratta di una vera e propria icona che interpreta in modo pittorico il cap. 19 di Giovanni; è fortemente simbolica e riassume quello che comunemente chiamiamo “mistero pasquale”, cioè il mistero della passione, morte e risurrezione di Gesù. Osservandolo da vicino notiamo alla base un sepolcro, che potrebbe però essere anche un altare. Dal sepolcro emergono tre figure ed alle loro spalle una grande croce. Una croce che, soprattutto nella sua dimensione orizzontale, domina tutto il quadretto e fa da contrappeso alla base, molto pesante, costituita dal sepolcro o altare. Attorno all'immagine centrale, a modo di raggera, sono ricordati tutti gli “strumenti della passione”, tecnicamente chiamati “Arma Christi”. Alcuni di questi oggetti sono appoggiati sul palo trasversale della croce, come i flagelli, la sindone, il martello, la tenaglia, i chiodi. Altri attorno, come i dadi, il catino – la brocca e le mani di Pilato, la canna con la spugna in cima per l'aceto, la lancia. Poi le mani: quella di Giuda che indica: “ è Lui, arrestatelo”, la mano del soldato che ha strappato i capelli e la barba a Gesù durante la passione e l'altra nel gesto di scherno volgare, con il pollice tra l'indice ed il medio. Ci sono le mani di Gesù, mani incrociate, molto scarne, sindoniche, nell'atteggiamento di chi ha compiuto solo la volontà del Padre; le mani di Giovanni, in atteggiamento di preghiera e quelle di Maria, vero capolavoro, perché non si limitano a sostenere il costato, ma lo aprono, lasciando intuire che quella ferita è il punto focale di tutta l'immagine. Ci sono poi le tre persone al centro del quadretto, tutte e tre nello stesso sepolcro, mentre tutte e tre emergono dal sepolcro. Non è realistico che Maria e Giovanni siano nel sepolcro. Ecco perché l'immagine è da intendersi come teologica, cioè un'immagine che non mira a descrivere ciò che è avvenuto sul Calvario, ma mira a ricavare dal racconto di Giovanni un'immagine di devozione, un'immagine davanti alla quale contemplare e pregare. Gesù porta su di sé tutti i segni della passione, dalla corona di spine ai segni della flagellazione, ai segni dei chiodi nelle mani. Porta su di sé i segni della morte, il capo reclinato sulla destra e la ferita del costato. Ma nello stesso tempo è ritto in piedi, perché è risorto. Al suo fianco c'è Maria. Il suo sguardo è rivolto verso Gesù. Gli occhi si incontrano, perché sono sullo stesso asse. La mano destra sostiene ed apre la ferita del costato, mentre la mano sinistra è dietro le spalle di Gesù formando una sorta di cerchio che si chiude, a sottolineare anche visivamente il ruolo di Maria nella storia della salvezza: è la Corredentrice. Giovanni si scosta un po', è girato di tre quarti, con gli occhi in asse con la ferita del costato, da cui vide uscire sangue ed acqua, due elementi fortemente simbolici in quanto rimandano ai due Sacramenti costitutivi della Chiesa, Battesimo ed Eucaristia, con le mani giunte, in atteggiamento di preghiera, di contemplazione, di meditazione. In quell'atteggiamento sembra dirci: “Chi ha visto ne dá testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate”.
|